POTESSI PROVARCI ANCORA, CHRIS…

http://www.vanityfair.com/culture/2012/01/hitchens-201201

Ho appena letto questo post, uno degli ultimi di Hitchens. E’ una testimonianza umana toccante. Racconta la sua terapia anti-cancro e le sue sofferenze con una intensità ed una immediatezza difficile da sopportare. Ne trae spunto per commentare la famosa ed abusata frase di Nietzsche: “ciò che non mi uccide mi rende più forte”. Non è certo una di quelle frasi per cui il filosofo tedesco vale la pena (e che pena) di essere ricordato.

E’ una di quelle frasi ad effetto che si appiccano come carta moschicida su alcuni grandi, impopolari autori e si ritorcono loro contro. Basti pensare alla famosa frase di Ezra Pound “se un uomo non è disposto a rischiare per le sue idee, o non vale niente lui, o non valgono nulla le sue idee”. Frasona movimentista che ha avuto gran successo anche (o soprattuto) a sinistra, dove per altro viene spesso citata come fosse anonima (vuoi mai… con meravigliosa contraddizione della frase stessa!).

Hitchens se la sceglie, e si appiccica addosso anche a lui. L’analisi, che immagino l’autore presupponesse dura e cruda, rivela ahimè soltanto l’incapacità – o la mancanza di volontà – di andare oltre al lettura “letterale”. Non v’è dubbio che molte cose, prima di ucciderci, ci rendono (anche) (molto) più deboli – come le malattie, ad esempio. Chissà, forse quel mattacchione di Friedrich voleva suggerire qualcos’altro, oltre a virtù proto-Rambesche…? o forse no.

Ma tant’è. Non lo sapremo comunque mai da Hutchins che, torturato dai lancinanti dolori della chemioterapia, se la prende con l’incauta frase nicciana. Ma aldilà del caso contingente, non è d’altronde questa sfuriata l’essenza dell’ateismo di Hutchins? Il non ammettere nulla oltre il letterale? Penso che per lui, come per molti contemporanei, l’ateismo sia una sindrome da “Re nudo”. Il gusto di rivelare alla folla che a guardare bene non c’è niente da vedere. Ateo come “apòta”, insomma, “colui che non la beve”…

E’ assolutamente vero, “le vesti nuove” non esistono. Ma il punto è che non le vede nessuno nemmeno nella favola: sono le circostanze, gli interessi, le convenienze che ne creano la finzione. No, caro Chris, Friedrich non voleva che tu godessi dei tuoi tormenti esofagei e no, non crediamo che tu ora bruci all’inferno. Quanta intelligenza e creatività si potrebbe recuperare se gli atei militanti si convincessero che i teologi non credono nel Dio in cui non credono gli atei…

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